Nel poker la speranza è la prima a morire

Spesso durante una mano di poker guardiamo le nostre carte e scopriamo una coppia di donne o un asso e un kappa che ci guardano e non vediamo l’ora di rilanciare. È una bella sensazione, non c’è che dire, a meno che qualcun altro non rilancia prima di noi. In tal caso siamo costretti ad effettuare una cold call (vedere una puntata e i successivi rilanci senza aver ancora puntato niente nel piatto) e non possiamo prendere l’iniziativa, anzi dobbiamo iniziare a preoccuparci anche della mano del nostro avversario.

Forse ha due kappa o due assi e da favoriti passiamo in un attimo a sfavoriti, ma è probabile anche che il nostro avversario abbia Rilanciato con una mano marginale, come ad esempio una donna ed un jack, i giocatori lo fanno spesso, magari per cambiare l’approccio alla gara e mischiare un po’ le carte in tavola.

Il rilancio di un avversario è sempre un test per le nostre abilità di giocatore, ci mette davanti a delle scelte di gara importanti, che spesso non sono molto chiare anche per i giocatori più esperti; vedere, rilanciare o passare, questo è il dilemma?

Anche se il punto di partenza del tuo avversari è più alto, la speranza è la prima a morire in un tavolo di poker, soprattutto quando si tenta la fortuna nel flop.

In genere in questi casi è sempre meglio rilanciare oppure passare, ma si può anche fare il Call nei casi in cui si ha una mano buona ma non eccellente, ma con mani tipo una coppia di assi o una coppia di kappa, il rilancio è sempre la scelta migliore.

Se non si è sicuri dopo il flop ed il nostro avversari fa check si può seguirlo e scoprire una carta gratis.

Se un giocatore cauto rilancia e noi abbiamo in mano un asso e un dieci o un kappa e un jack, faremmo meglio a passare la mano, perché sicuramente lui avrà un punto migliore del nostro come ad esempio due dieci o un asso ed un altra figura. Se entrambi abbiamo un asso ma lui ha un kiker più alto, la nostra mano sarà dominata e avremmo bisogno di pareggiare il suo kiker nel turn o nel river. In questo caso solo tre carte del mazzo potranno aiutarci e le probabilità che si girino nel board sono alquanto scarse.

Se siamo sfavoriti e rischiamo sempre, alla lunga finiremo per perdere molti soldi, ma è anche vero che se non rischiamo mai o quasi mai spenderemo tutte le nostre chips nei bui e controbui senza concludere niente.

In un torneo fare un grosso rilancio con una coppia di jack è una scelta azzardata, ma è anche vero che con poche chip a disposizione una mossa del genere è giustificata dal fatto che a breve saremmo costretti ad andare in all-inn, magari in una mano peggiore. Il bello del poker è che non vi è una rigida guida di comportamento o il perfetto manuale da seguire alla lettera per vincere, le situazioni sono spesso sfumate e fluide e si deve decidere in corsa come comportarsi in determinate circostanze, magari a volte tentando anche la fortuna.

Nei tornei ad esempio, quando siamo a corto di chips abbiamo poche opportunità, non possiamo aspettare una mano migliore e dobbiamo cercare di fare il massimo nel minor tempo possibile se non vogliamo essere eliminati, in questo caso l’all in è l’ultimo estremo tentativo a nostra disposizione per tentare di rimanere in gara, la speranza è in genere la morte di molti giocatori di poker ma i questo caso è l’unica soluzione disponibile.

Ogni tattica da utilizzare durante la gara deve far parte di un piano razionale di gioco e qualsiasi piano, non importa quanto rischioso esso sia, è sempre meglio della speranza in una carta migliore.

Come dice Dante nell’Inferno (nel poker nel nostro caso) “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”.