I giocatori in stile Aggressive, certamente si riconoscono subito. Chi almeno una volta ha provato il Poker, avrà certamente incontrato di quegli sfidanti che non si tirano indietro per niente al mondo.
Difficilmente vedrete un giocatore Aggressive foldare, dopo che è entrato nel gioco. Non importa se in mano non ha niente oppure si, lui comunque continuerà a puntare all’infinito sempre di più, con l’unico obbiettivo di farvi arrendere.
Stile Aggressive : Vantaggi
Giocare in stile Aggressive è una tattica molto rischiosa, e allo stesso tempo porta tanti vantaggi. Soprattutto durante le prime mani, lui proverà a buttarsi in All-in o comunque a puntare sempre, e visto che gli altri giocatori si metteranno paura, probabilmente folderanno.
Uno sfidante di questo tipo è difficile da affrontare, anche perché la maggior parte dei giocatori vuole continuare il gioco, senza il rischio di uscire immediatamente, e perciò non chiamerà sempre le puntate. Lo stile Aggressive si riconosce dal fatto che chi lo utilizzerà tenderà probabilmente ad essere il primo Chip leader del tavolo, mostrandosi forte e senza alcuna paura.
Stile Aggressive : Svantaggi
Anche questo stile però non sempre paga. Per un giocatore Aggressive ce ne sono altri cinque che giocano Tight, e che quindi tendono a puntare solo se hanno buone mani. Nelle prime mani, è quasi certo che il giocatore aggressivo avrà sempre fatto una puntata alta, se non un All-in, ed è molto probabile che gli sfidanti più spaventati, sapendo di non avere niente o quasi, abbiano foldato.
Se però ad un certo punto il giocatore Tight si ritrova una mano vincente, in quel momento punterà e affronterà l’Aggressive.
Siccome quest’ultimo tende a fare il gradasso, e spesso non ha niente in mano, se accetterà la sfida, è molto possibile che perderà. Bisogna fare quindi attenzione a questo stile di gioco, perché è vero che il Poker è un mondo in cui chi è sfrontato e sicuro di sé molto spesso va avanti, ma è altrettanto vero che neanche un giocatore Aggressive può battere una mano vincente.
